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Trekking nella penisola dei vulcani
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Camminare in Kamchatka ci riporta alle origini del "viaggio a piedi" per eccellenza: territori sconfinati, ricchi di natura incontaminata, di altopiani desertici disseminati da imponenti vulcani ognuno dei quali domina una parte vastissima di territorio. In una penisola di 1200 chilometri di wildernes, interrotta solamente da un centinaio di chilometri nei dintorni dell'unica città (Petropavlovsk Kamchatskii); possiamo scegliere un'area qualsiasi e saremo sicuri di una cosa: l'avventura è garantita ! Nessun rifugio, nessun campeggio, poche strade (qualche nuova pista oggi viene aperta per le esplorazioni aurifere e per la ricerca di aree geotermiche potenziali), in poche parole un vero paradiso per gli amanti dell'outdoor, del dormire in tenda circondati dal silenzio, per chi ama guadare fiumi, salire montagne panoramiche e scoprire luoghi unici e spettacolari.
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Nel cuore del Pianeta Terra
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Si chiama Vulcano Mutnowski, alto poco più di 2300 metri, che a questa latitudine sono sufficienti per tenere in vita uno degli ultimi ghiacciai, protetto all'interno di una delle caldere del vulcano. Entrando attraverso un canyon dalle pareti vertiginose, scavato quando il ghiacciaio era di dimensioni maggiori, si accede all'interno della caldera stessa, percorrendo un territorio completamente trasformato dall'azione della geotermia, con tinte giallo ocra e grigio pastello. All'interno della caldera si raggiunge il ghiacciaio, circondati ovunque da fumarole e "soffioni" di zolfo, vasche di fango ribollente e rocce trasformate in argilla. Un camminamento tra le sorgenti termali ci porta a balconi panoramici che ci permettono di ammirare il contrasto del ghiaccio vivo che resiste adiacente ad imponenti fumarole e a bocche di degassazione. Quando il vento cala ci si ritrova avvolti dal vapore acqueo dal forte odore di zolfo, la roccia si sgretola sotto i nostri piedi e tutto attorno piccole bocche di zolfo cristallizzato emettono un suono fragoroso e un pò frastornante ... forse stiamo veramente compiendo il famoso "viaggio al centro della terra" ?
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I vulcani più affascinanti
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In Kamchatka ci troviamo sul margine continentale est-asiatico, proprio dove la placca dell'Oceano Pacifico entra in subduzione al di sotto dell'Asia: questo fenomeno, che avviene quì da 60 milioni di anni, ha generato 2 catene di montagne, una più antica (che si trova più ad Ovest) e una più recente, che costituisce la parte Est della penisola, ricca di vulcani attivi. I vulcani formatisi negli ultimi 2 milioni di anni sono più di 500 e molti di questi hanno continuato la loro attività durante e dopo l'ultima glaciazione. Quest'ultimi mantengono tutt'ora le bellissime strutture tipiche degli stratovulcani, spesso con interessanti caldere o con successioni di crateri riempiti da laghi o coperti da ghiacciai. Nelle regioni a Nord il gruppo dei vulcani Kamen, Kliucheskaya, Biezymianni e Tolbachik hanno quote comprese tra i 2800 e i 4600 metri e costituiscono i rilievi più alti della Kamchatka. In prossimità della capitale Petropaplovsk Kamchatskii dominano la pianura e l'imponente baia i vulcani Koriaksky (dal nome di una tribu indigena), Avachinski e Kozielski, facilmente raggiungibili dalla città e che ci regalano panorami vastissimi su gran parte della Kamchatka. Più a Sud, i vulcani Viluchinski, Gorely e Mutnovsky, ad un centinaio di chilometri dalla città, si trovano in un'area affascinante e paesaggisticamente molto varia, che abbiamo attraversato con 10 giornate di trekking nell'agosto 2011.
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Nella natura incontaminata
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Potremmo chiamarla anche "la terra dell'orso" anche se non ce lo aspettavamo così tanto: alle quote più elevate, durante il disgelo, tra fango, ghiaccio e neve che intrappola laghetti d'acqua e scarponi, non sembra proprio aver motivo la visita del plantigrado. Infatti in agosto quasi la totalità degli orsi è concentrata verso la costa, lungo le rive dei fiumi dove i salmoni risalgono in migliaia per deporre le uova. Ma nonostante questo, anche quassù nella desolata tundra della Kamchatka, tra i 1000 e i 1500 metri di altitudine, troviamo una bella impronta impressa sulle "argille termali" del Vulcano Mutnowsky, forse rimasta da quando è uscito dal letargo ? o forse uno dei primi che ritorna un pò prematuro ad abbuffarsi di mirtilli, come amano fare solitamente in autunno? Scendendo nelle foreste, dopo decine di guadi di torrenti impetuosi, là dove la valle finalmente si adagia e l'acqua diventa sufficientemente lenta da permettere la risalita dei salmoni, allora le impronte, i segni del passaggio, le feci, le teste di salmone fresche o in decomposizione, non si contano più. I segni del passaggio sono ovunque, ma l'orso non si vede e tutto attorno è silenzio, che domina la foresta, interrotto solamente dal vento che di tanto in tanto agita le foglie, dal fragore dell'acqua in vicinanza dei fiumi e dagli schiamazzi dei gabbiani quando raggiungiamo la costa dell'Oceano Pacifico. Perfino in una notte di campo sulla spiaggia, l'orso ci ha sorpreso lasciando le sue impronte possenti in una "passeggiata notturna" al chiaro di luna, a pochi metri dalle tende ... ma nessuno l'ha visto e nessuno l'ha sentito. Fino a quando, proprio mentre stiamo per guadare una delle ultime volte il fiume nell'immensa vallata del Viluchinski, dopo esserci districati per tre ore tra paludi e boscaglia ... una mamma orsa con due piccoli, pesca indisturbata in un'ansa del fiume a 300 metri da noi ! .... indisturbata giusto il tempo di anusarci, di concederci qualche scatto, di lanciarci un'occhiata di controllo e poi via, da lì a breve scompare nella foresta.
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