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Il paesaggio glaciale
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Siamo in Islanda, in prossimità di una delle lingue di ghiaccio che scendono dal ghiacciaio Vatnajokull. Adentrandoci oltre le morene che costituiscono lo sbarramento naturale che ha formato la laguna glaciale di Jokullsarloon (la "salamoia del ghiacciaio") scopriamo un paesaggio "di ghiaccio e di roccia". Alcune montagne isolate nella calotta glaciale (Nunatak) ci appaiono sullo sfondo circondati da ogni parte dal ghiacciaio; questi atolli rocciosi hanno sempre attirato esploratori e scienziati proprio per le caratteristiche di "estremo" che li caratterizzano. Spesso in questi Nunatak vivono endemismi vegetali unici determinati dall'isolamento geografico e dalle condizioni ambientali. I Nunatak (nome che deriva da una parola Inuit delle regioni del Nord del Canada) hanno anche un grande interesse geologico in quanto in alcuni casi si tratta di emergenze geologiche antichissime costituite da rocce molto dure che il ghiacciaio non ha potuto consumare nel corso delle glaciazioni. Nei Nunatak del Canada e della Groenlandia affiorano rocce Archeane datate oltre 2 miliardi di anni, quì si possono trovare giacimenti di metalli preziosi ambiti dalle multinazionali minerarie e questo potrebbe originare rischi grandissimi per l'integrità ambientale di questi ecosistemi delicati. Fortunatamente il clima estremo e le difficoltà logistiche per raggiungere questi ambienti creano una barriera naturale allo sfruttamento, almeno per il momento.
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Non solo ghiaccio
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Molti territori delle cosidette "regioni fredde" non sono coperti dal ghiaccio come si può pensare; le condizioni climatiche estreme, vento, gelo e luminosità danno vita a territori molto paticolari che offrono gli ambienti più diversi come deserti, tundra e montagna selvagge che anche a basse quote ripropongono le condizioni estreme tipiche di alta quota. La vegetazione può permettersi un ciclo vegetativo molto breve, ma particolari condizioni possono creare endemismi vegetali molto interessanti. Anche la fauna stanziale è rara: volpi, pernici, orsi polari, lemming, renne e caribu sono le specie artiche "di terraferma", mentre molto più ricca è la presenza degli uccelli, il "popolo migratore", che giunge nell'artico durante l'estate per deporre le uova e svezzare i propri piccoli.
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